PUNTI DI VISTA: Risponde ROSAMARIA DI FRENNA
«Lo sapevate che “Se la maternità è vissuta come un ostacolo alla propria vita è perché si è perduta quella connessione che deve poter unire generativamente l’essere madre all’essere donna”?
E che: “c’è stato un tempo – quello della cultura patriarcale – dove la madre tendeva ad uccidere la donna, adesso il rischio è l’opposto; è quello che la donna possa sopprimere la madre””
Tutto questo è accaduto anzi accade perché: “Come ha detto Lacan in ogni madre, anche in quella più amorevole, troviamo una spinta cannibalica inconscia ad incorporare il proprio figlio. E’ l’ombra scura del sacrificio materno che, nella cultura patriarcale, costituiva un binomio inossidabile con la figura, altrettanto infernale, del padre-padrone”.
Ma rallegratevi poiché adesso “Il nostro tempo ci confronta con una radicale trasformazione di questa rappresentazione della madre: né bocca di coccodrillo né ragnatela adesiva né sacrificio masochistico né elogio alla mortificazione di sé. Alla madre della abnegazione si è sostituita una nuova figura della madre che potremmo definire “narcisistica”. Si tratta di una madre che non vive per i propri figli, ma che vuole rivendicare la propria assoluta libertà e autonomia dai propri figli”».
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